Come può, il comparto dei cosmetici naturali e biologici, contribuire a ridurre drasticamente gli impatti dannosi sull’ambiente? Natrue, l’associazione internazionale no profit di settore dà una risposta promuovendo l'innovazione sostenibile non solo nello sviluppo delle formulazioni dei prodotti ma anche per quanto riguarda il loro packaging.
Dal 2017, infatti, l’organizzazione è partner del progetto europeo Urbiofin che ha come obiettivo la trasformazione dei rifiuti solidi urbani in confezioni ecosostenibili per la cosmesi. Il suo ruolo, in particolare, è quello di gestire il coordinamento con le aziende associate per fornire input per la realizzazione di packaging innovativi. Dopo una fase di test, il materiale con le migliori prestazioni sarà utilizzato per produrre gli imballaggi, testati già quest’anno.
L’altra criticità riguarda, invece, le microplastiche (micro particelle, inferiori a 5 mm, in plastica sintetica insolubili in acqua, che vengono aggiunte ad alcuni prodotti come cosmetici, detergenti e vernici). Nella cosmesi, in particolare, esse possono svolgere diverse funzioni, tra cui l'esfoliazione nella cura della pelle o la lucidatura dei denti nei prodotti per l'igiene orale. Tuttavia, a causa delle loro dimensioni ridotte, possono facilmente passare senza filtro attraverso gli impianti di trattamento dell'acqua, entrare negli scarichi idrici e finire nei mari, dove possono persistere per anni perché non sono biodegradabili.
Alcune organizzazioni si sono già mosse limitando o vietando le microplastiche: i produttori di cosmetici green, ad esempio, si sono rivolti ad alternative naturali per sostituirle, come minerali inorganici (sabbia di quarzo) o prodotti a base vegetale (perle di cellulosa). Lo standard Natrue, invece, ne proibisce l'uso in quanto polimeri plastici fabbricati con oli minerali sintetici.